Rotta Omega 1

Undici giorni di viaggio, dodici tappe, circa 800 km percorsi, prove pratiche, tanti incontri importanti e un meeting conclusivo là dove nasce il fiume Po, sul Monviso, a Pian del Re.

In estrema sintesi "Rotta Omega 1" è stato questo. Ma anche tanto altro. E' stato serietà, impegno, consapevolezza di trarre dalle difficoltà e dai disagi incontrati, esperienza e conoscenze utili per migliorare, per crescere. Questo viaggio-avventura era un sogno coltivato da tempo, che è stato possibile realizzare grazie alla tenacia dei sedici volontari che vi hanno preso parte: il responsabile Daniele Migliorati, Luigi Bosi, Giuseppe Fasoli, Alessandra Radi, Giuseppe Pagani, Luigi Finotti, Marco Totis, Romano Basini, Giuseppe Corradi, Emiliano Pavanati, Armando Amadei, Guido Montani, Enrico Corradi, Rino Olivieri, Adriano Testa e Matteo Cattivelli. A loro si sono aggiunti Camilla Trevisan e Filippo Ambrosini dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, che durante il viaggio hanno effettuato campionamenti delle acque, alla ricerca dei nuovi agenti inquinanti emergenti. Un'ulteriore valenza del progetto, fortemente voluta dagli stessi gruppi di Protezione civile. Il tutto tramite il supporto tecnico finanziario dello Svep di Piacenza.

L'avventura è iniziata lo scorso 17 giugno da Monticelli d'Ongina. Dopo l'arrivo ad Alluvioni Cambiò è entrata nel vivo. Il viaggio ha toccato diverse località fra cui Trino Vercellese, Moncalieri e Pian del Re, dove si è tenuto l'importante meeting. Il viaggio di ritorno ha previsto tappe a Travaccò Siccomario, Somaglia, Spinadescoe Cremona. E infine il ritorno a Monticelli d'Ongina il 27 giugno.

Fra gli obiettivi che si erano prefissati gli organizzatori c'erano quello di instaurare contatti con altri gruppi di Protezione civile presenti sui territori attraversati, al fine di confrontare esperienze e metodi di intervento, ma anche per stringere rapporti di collaborazione. Altre finalità sono state quella di approfondire le potenzialità dei mezzi in dotazione, per migliorarne lo sfruttamento; raccogliere dati e informazioni; incontrare la gente dei territori cercando di infondere entusiasmo, spirito di collaborazione e volontariato. Da non sottovalutare infine gli aspetti umani del viaggio, che ha anche migliorato l'affiatamento del gruppo.

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